sabato 20 luglio 2013

L'UTILIZZO BIVALENTE DELLE PAROLE

Bello strumento le parole...
sono quello strumento che ci permette di parlare, di pensare, di usare le... parole... un vero e proprio boomerang...
Dico spesso che le persone dimenticano che una parola uscita dalla bocca o dalle dita che compongono pericolose o meravigliose sinfonie sulla tastiera del computer o del telefonino, perchè spesso le dita sono più veloci del cervello...troppo più veloci hanno un potere incredibile: le parole sono azione, fatti. Si può chiedere scusa per quello che si è detto, ma non si possono cancellare gli effetti ottenuti dalle parole...e dopo, haivogliatè a chiedere scusa.

Avete mai provato a pensare a quell'irritazione che vi sale alla testa quando qualcuno vi dice: "sei sempre il solito ", "sei come tutti", "sei uguale al mio ex" , "sei sempre quello che non studia"  e potremmo andare avanti all'infinito.

Oppure avete provato, quando le parole sono sorprendenti e positive a trovarvi immediatamente catapultati di fronte ad uno specchio che vi rimanda di voi un'immagine splendente?

Il punto è che le parole sono molto di più che semplici lettere ordinatamente composte in un codice comunicativo apparentemente tecnico.

Ogni volta che diciamo qualcosa ridefiniamo la relazione con il nostro interlocutore e ogni volta che scegliamo le frasi e le parole per comunicare con qualcuno gli diamo un feedback su se stesso e su ciò che noi, nel profondo pensiamo di lui.

Il bello è che sono le parole inconsce, quelle che scegliamo senza rifletterci, quelle frasi che ci escono così, senza pensare, che fanno capire esattamente chi siamo e cosa pensiamo, anche se per fortuna, spesso le persone a cui diciamo le cose non ci ascoltano con toppa attenzione o non si pongono il problema.

Spesso selezioniamo solo ciò che ci vorremmo sentir dire  perchè leggere le parole per quello che sono e per quello che ci stanno dicendo esattamente non è che ci faccia proprio del tutto piacere sempre!

Vi siete accorti che scegliamo quasi sempre le stesse parole e le stesse frasi?

Proviamo a pensare a quante volte giustifichiamo il fatto che le persone non ci cercano o non ci chiamano perchè "non hanno tempo". Paul Watzlawick grandissimo studioso della comunicazione ci esplicita una regola:  "Non si può non comunicare"  e questo significa che anche un silenzio o un'assenza sono una comunicazione esplicita che ci da degli indizi...

L'ambivalenza delle parole ha questo di bello: che come possono essere lame taglienti nell'etichettare gli altri con un "tu sei così", "tu sei sempre così" e cose varie che producono effetti da affilato bisturi, possono allo stesso modo essere polvere magica che incanta serpenti e conduce le persone a cui le rivolgiamo in "mondi altri" nell'immaginario in cui tutto può, in universi simbolici in cui tutti i problemi si possono risolvere e niente è insormontabile.

La parola in sè e per sè è uno strumento, la scelta dello strumento dipende dal nostro cuore...
La consapevolezza del fatto che le parole producono atti dipende dalla consapevolezza e dall'attenzione che poniamo verso gli altri...

In fondo la comunicazione non è il più grande paradosso dell'esistenza umana?
Utilizziamo la comunicazione per comunicare.

Può essere prezioso strumento o grande trappola per topi.

Lavoro ogni giorno per accompagnare le persone nel cambiamento e questo tema è, per me fondamentale, le parole sono i mattoni con cui costruiamo i nostri pensieri e partire da qui credo abbia un senso importante.


Nessun commento:

Posta un commento