sabato 16 novembre 2013

L'abito di cristallo

Talvolta penso che non conosciamo noi stessi e gli altri per quello che siamo e che sono, ma ogni volta che ci guardiamo allo specchio e incontriamo qualcuno vediamo l'abito di cristallo che ognuno di noi indossa, quell'abito di cristallo fatto della sostanza di noi stessi e della trama della realtà che ci sorregge.
E così succede, spesso, che tutto ciò che è strano, insolito, atipico, nuovo, immette l'imprevedibile nell'esistenza "ordinata" delle persone e del senso comune.
Consideriamo tutto ciò più pericoloso tanto più è fragile la cristalleria di cui siamo vestiti.
In che modo conosciamo ciò che crediamo di conoscere?
Siamo abituati a pensare che la realtà possa essere "scoperta"...eppure l'uomo non è scopritore, bensì creatore di realtà. Creiamo i nostri universi di significato costruendo e inventando quell'abito di cristallo che indossiamo a seconda del nostro personale osservare, spiegare il mondo, a seconda del nostro agire.
Non esiste punto di vista neutro, l'osservatore è parte della realtà che osserva.
L'abbandono delle verità assolute e la conoscenza di ciò che vogliamo essere e non solo di ciò che dobbiamo essere, forse sono parenti stretti della libertà.
Il nostro abito di cristallo scompone e ricompone le mille sfaccettature di ciò che ciascuno di noi si porta dietro: la ricchezza della complessità.
Le azioni umane sono spesso indecifrabili, classificarle non ci aiuta molto, anche se ci dà un apparente senso di sicurezza.